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LA STORIA DELLA CITTADELLA,

così come la conosciamo noi, ha una data di nascita ben precisa. Don Diego Arfani era il parroco della neonata Unità pastorale Maccagno e Valle: nel novembre del 1999 l’architetto Diego Intraina con l’ingegner Maurizio Giroldi firmarono la prima bozza di un progetto che avrebbe avuto altre evoluzioni nel tempo. L’idea originaria consisteva nell’intervenire sul fabbricato più recente all’interno del vecchio oratorio di Santo Stefano, già adibito ad abitazione privata e che ora ospita i servizi ed alcuni spazi comuni. In realtà l’intervento era più composito, prevedendo anche dei parcheggi interrati sotto il campo da gioco all’altezza della piazza ex Manifattura e, più in generale, la sistemazione della piazza Santo Stefano e la riorganizzazione della viabilità lungo la via agli Orti. Il primo carteggio ufficiale porta la data del 20 marzo 2000, quando don Diego esponeva questi progetti all’amministrazione comunale con l’indicazione di massima di una spesa che si aggirava attorno ai 2,8 milioni delle vecchie lire. Qualche giorno dopo il sindaco Renzo Giani assicurava la volontà di un impegno finanziario concreto da verificarsi in un futuro non ancora precisato.

Passano appena due anni, e ancora grazie all’architetto Intraina viene ricavata una nuova soluzione che per la prima volta prende in esame l’idea di ampliare il sedime attuale del salone Piero Monaco e della biblioteca. Accantonato il destino del vecchio oratorio si lavora attorno ad un’idea assai simile all’attuale suddivisa su tre livelli che cercano di rispondere alle esigenze giunte ancora ai giorni nostri. Si parla di un progetto da due milioni e duecentomila euro, comprensivo delle aree ricettive e di tutte le sistemazioni esterne. Don Franco, nel frattempo intervenuto alla guida della Comunità, trasmette il progetto in Comune per raccogliere un’adesione di massima da inviare alla Curia milanese. Il Consiglio comunale se ne occupa nella seduta del 27 marzo 2002 e all’unanimità esprime il proprio parere favorevole al progetto e decide di inserire l’impegno da diluire negli anni futuri nel bilancio pluriennale 2003-2004, per un totale che non dovrà superare i 620 mila euro. Lo stesso Consiglio comunale si occupa ancora della Cittadella a dicembre dello stesso anno adottando lo strumento urbanistico che permetterà la nascita della nuova costruzione. Successivamente la posizione del Comune subisce una brusca frenata a causa di avvenimenti esterni e pochi giorni prima di Natale del 2003 comunica alla Parrocchia che non potrà mantenere fede all’impegno preso. Tra la delusione di molti il sogno della Cittadella sembra svanire per sempre.

A giungo 2004 si insedia il Sindaco Fabio Passera e, faticosamente, si cercano di riannodare i fili del discorso interrotto. Non si contano i viaggi verso Milano per discutere con i responsabili diocesani dei vari aspetti economici. Ma questi sono irreprensibili: nessun progetto potrà ripartire senza la opportuna e certificata copertura finanziaria. Si cercano allora nuove soluzioni in grado di abbassare i costi dell’intervento, pur garantendo la realizzazione degli spazi necessari. Si pensa di ricavare due piani all’interno del Salone, a non sopralzare la biblioteca, a limitare al minimo le parti di nuova costruzione.

Cambiano i costi totali del progetto, ma cambia anche l’approccio destinato a reperire le risorse necessarie per ricavare il denaro. Si pensa a un piano di dismissione delle proprietà parrocchiali, a cominciare dalla ex abitazione del Parroco a Garabiolo. La vera svolta avviene con l’acquisto da parte del Comune della ex canonica parrocchiale di Maccagno superiore (ottobre 2008). Dopo tante parole il primo atto tangibile per l’avvio dei lavori. Si decide di vendere l’appartamento ricevuto quale lascito testamentario della signora Maria Traversa: nuovi soldi vengono messi in bilancio dal Comune, dalla vendita della ex Casa Parrocchiale di Garabiolo, altri sono assicurati da interventi della Caritas diocesana e di fondazioni private.

Il 23 febbraio 2010, a Milano in Curia Arcivescovile, vengono aperte le buste per l’appalto che viene assegnato alla ditta Bossi di Gallarate (Va) con uno sconto sul prezzo a base d’asta del 17%.

Davvero è solo una questione di visti e permessi, ma stavolta ci siamo. A fine aprile 2010, superati gli ultimi ostacoli, finalmente il via.

Inaugurata sabato 21 Luglio 2012 alla presenza di Mons. Luigi Stucchi, ( a cui va la riconoscenza per l’attenzione avuta per questa “ avventura “ che avrebbe dato senso ecclesiale e pastorale a tutto il territorio che da Maccagno si inoltra per tutta la Val Veddasca  e Pino-Tronzano ) è costata oltre 1,1 milioni di Euro. Opera finita.  Al piano terra: un salone, una cucina, tre aule di catechismo e relativi bagni, l’ufficio parrocchiale.  Al piano superiore tre appartamenti. Alla spesa preventivata va aggiunto poi l’arredamento e la sistemazione del terreno antistante la costruzione. Un ulteriore intervento è stato necessario per trasformare il salone Piero Monaco da sala esclusivamente cinematografica e teatrale a sala multiuso.